Status
Nidificante estiva, migratrice regolare.
L’aggiornamento della carta di distribuzione con i dati delle province di Piacenza (Ambrogio et al. 2001), Bologna (Tinarelli et al. 2002), e delle province romagnole (Ceccarelli e Gellini 2011) ha consentito di migliorare di un 20% la Carta del 1999 che indicava già 142 tavole, passate attualmente a 171 (97,7% del totale) con 165 tavole di nidificazione certa o probabile (94,3%).
La copertura interessa in pratica tutto il territorio regionale; restano scoperte solo 4 tavole, due lungo il Po ferrarese, due nei crinali forlivese e modenese; per le tavole di pianura l’assenza può essere dovuta ad una probabile carenza di dati recenti, mentre in quelle montane l’assenza può essere reale in quanto la presenza della Tortora è molto localizzata in alta montagna, dove non mancano tuttavia presenze eccezionali (1422 m nel Parmense) (Ravasini 1995).
Stimate in Italia 150.000-300.000 coppie con trend fluttuante (Brichetti e Fracasso 2006); le stime locali della popolazione sembrano abbastanza divergenti: circa 1000 coppie per la provincia di Parma con le densità massime di 3 cp/kmq nel Parco del Taro (Ravasini 1995); 4000-6000 coppie per Bologna (Tinarelli et al. 2002). La popolazione regionale può considerarsi tendenzialmente stabile o in leggero aumento; i censimenti recenti per Forlì-Cesena e Ravenna confermano questo status (Ceccarelli e Gellini 2011).
Per la Regione sono riportate anche osservazioni occasionali di singoli individui in inverno (Brichetti e Fracasso 2006).
Ritenuta in declino a livello europeo e classificata SPEC3 ossia specie con status sfavorevole e popolazione non concentrata nel continente (BirdLife International 2004), la Tortora non risulta esposta a particolari pericoli nella Regione; nei territori agricoli può essere sfavorita dalle monocolture intensive mentre i rischi che possono derivare dai trattamenti antiparassitari delle colture potrebbero essere attenuati con il diffondersi delle tecniche di lotta biologica; la pressione venatoria appare attualmente limitata dal calendario venatorio che ha ridotto il periodo utile alla caccia.
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