BARBAGIANNI Tyto alba
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Dimensioni:
33-35 cm; apertura alare 85-93 cm.
Peso medio:
m. 280 g, f. 330 g.
Specie politipica:
8 sottospecie descritte per il Paleartico.
Distribuzione:
Europa centro-meridionale, dalla penisola iberica alla Crimea, e Africa settentrionale. Presente anche in molte altre regioni del mondo con numerose sottospecie.
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Caratteristiche generali
Piumaggio delle parti superiori castano chiaro con sfumature dorate, finemente screziato di grigio e marrone. Parti inferiori uniformemente pallide, grigio-argentee con leggera macchiettatura sui fianchi e sul petto. Nessuna variazione stagionale. Disco facciale caratteristico a forma di cuore. Ciuffi auricolari assenti. Abito giovanile simile all’adulto. Muta parziale in agosto-settembre. Di struttura meno raccolta di altri Strigiformi ha ali e zampe piuttosto lunghe, capo voluminoso e arrotondato in cui sono visibili le ampie aperture auricolari. Le popolazioni europee sono residenti, anche se sono noti movimenti di tipo erratico di alcune centinaia di chilometri, di tipo dispersivo da parte di giovani individui o collegati a variazioni nell’abbondanza di prede. Abbastanza silenzioso, tranne in periodo riproduttivo, il richiamo più comune consiste di grida più o meno rauche e sibilanti, emesse spesso in volo. Nidifica prevalentemente all’interno di ruderi, torri, rovine e fabbricati rurali, più raramente in cavità di alberi o rocce.
Meno strettamente notturno di altri Strigiformi, lo si può osservare a caccia ben prima del crepuscolo e, nelle giornate invernali con terreno innevato, anche in pieno giorno. La sua alimentazione è costituita quasi esclusivamente da micromammiferi che cattura all’agguato da posatoi o perlustrando con volo agile e radente gli spazi aperti, i coltivi, i margini dei boschi ecc. Le parti indigerite delle prede vengono rigettate in borre voluminose, di aspetto globoso o allungato e di colore nero lucido, spesso da posatoi posti all’interno di edifici, rendendone assai agevole il rinvenimento anche a distanza di molto tempo. Anche per questa ragione il barbagianni è il rapace più utilizzato per studi faunistici o ecologico-quantitativi sulle popolazioni di micromammiferi europei.
Tendenzialmente cosmopolita e parzialmente antropofilo è diffuso in una varietà di ambienti aperti, quali coltivi, pascoli, zone umide, ambiti sub-urbani ecc., dal livello del mare fino ad altitudini medie, di solito inferiori ai 1000 m., evita invece i grandi complessi forestali.
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Status
In parte sedentario, migratore regolare, svernante.
Il confronto fra la distribuzione attuale e la Carta del 1999 sembrerebbe indicare una situazione di stabilità: vengono riportate 123 tavole (70,3% del totale) occupate, contro le 119 della carta precedente, con 92 tavole di nidificazione certa o probabile (52,6%). In realtà la situazione della specie è molto grave, con stato di declino diffuso; a titolo di esempio si riporta la situazione delle province di Forlì-Cesena e Ravenna riscontrata in seguito alle nuove ricerche confrontate con i dati degli atlanti del 1995-97: tenuto come base un reticolo più fine (le sezioni CTR 1:10.000), la distribuzione nelle due province appare ridotta del 34% (da 58 sezioni a 38), con la situazione in pianura molto più grave rispetto a quella collinare (Ceccarelli e Gellini 2011). E’ probabile che l’andamento, che pure veniva valutato con segni di ripresa negli anni ’90 rispetto alle gravi perdite determinate dall’inverno rigidissimo del 1985 (Tinarelli et al. 2002), sia al momento fortemente negativo anche nelle altre province, per le quali non sono disponibili dati recenti; anche nell’Atlante di Piacenza (Ambrogio et al. 2001) relativo al periodo 1995-2000 viene indicata una forte flessione.
Anche l’alto numero di tavole con eventualità di nidificazione (31), dovuto ad incertezze nel verificare la reale presenza riproduttiva, sembrerebbe indicare una fase critica in atto.
La distribuzione interessa gran parte del territorio regionale con esclusione di quello appenninico sopra i 700-800 m slm.
In Italia sono stimate 6.000-13.000 coppie con trend negativo (Brichetti e Fracasso 2006); la popolazione regionale veniva stimata in qualche centinaia di coppie (Chiavetta 1992), in particolare circa 100 coppie nel Parmense, con densità di 0,26-0,3 cp/kmq in pianura e 0,24 cp/kmq in collina (Ravasini 1995), 40-80 coppie nel Bolognese (Tinarelli et al. 2002). I migranti e gli svernanti erano valutati in centinaia o migliaia a seconda degli anni (Chiavetta 1992) a causa delle forti fluttuazioni; durante la stagione invernale possono verificarsi movimenti erratici con raggruppamenti nei dormitori, ad esempio di 15 e 12 individui nel Parmense (Ravasini 1995).
Il Barbagianni è in declino a livello europeo, classificato SPEC3 (BirdLife International 2004) ovvero specie con status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa; nella Lista Rossa italiana (LIPU e WWF 1999) è inserito nelle specie a basso rischio, mentre nella Lista Rossa regionale (Gustin et al. 2002) è considerato a status indeterminato. Svariati i rischi che determinano questo quadro; a livello locale possono essere indicati quelli riportati nell’Atlante di Bologna (Tinarelli et al. 2002): inverni rigidi e nevosi, perdita dei siti riproduttivi per ristrutturazione di case abbandonate (7 casi documentati), avvelenamento da rodenticidi (2 casi), collisioni con veicoli (2 casi) e con linee elettriche (1 caso). Interventi di protezione possono essere attuati con installazione di cassette-nido nelle zone agrarie, pratica da tempo utilmente applicata in molti paesi europei (Rabacchi 1999).
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Foto: Flavio Bianchedi
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