Status
In parte sedentaria, migratrice regolare, svernante.
La carta distributiva attuale appare ampliata rispetto a quella del 1999 con la migliore copertura nella provincia di Piacenza e l’acquisizione dei nuovi comuni nella provincia di Rimini; sono interessate ora 158 tavole (90,3% del totale) contro le 140 di allora, con nidificazione accertata o probabile in 154 tavole (88%); tali numeri confermano la capillare distribuzione della specie su tutto il territorio regionale con esclusione di alcune tavole di crinale dove l’assenza è probabilmente reale, mentre nelle poche tavole scoperte di pianura l’assenza può essere dovuta a carenza di informazione.
Dal quadro appare evidente come la Civetta sia la specie dei rapaci notturni più comune in Regione con una popolazione di alcune migliaia di coppie soggetta peraltro a fluttuazioni (Chiavetta 1992); localmente sono stimate 300-350 coppie nel Parmense (Ravasini 1995), 500-1000 nel Bolognese (Tinarelli et al. 2002). In provincia di Parma sono state registrate densità medie di 0,9 cp/kmq nella pianura intensamente coltivata e valori variabili da 1,8 a 4,1 cp/kmq nell’alta pianura dove i coltivi si presentano molto diversificati (Ravasini 1995). In Italia sono stimate 40.000-70.000 coppie (Brichetti e Fracasso 2007).
E’ diffusa in ogni ambiente purchè sufficientemente aperto, in particolare di pianura e di bassa collina, con limite altitudinale intorno ai 700-800 m; nidifica comunemente anche nei grandi centri urbani.
A livello europeo viene indicata una fase di declino che ha determinato la classificazione della specie nella categoria SPEC3 (status di conservazione sfavorevole e popolazione non concentrata nel continente). E’ probabile che anche in Regione l’agricoltura intensiva e le sue moderne tecniche (abbattimento di piantate, uso massiccio di pesticidi) abbia determinato in passato una diminuzione della popolazione; al momento tuttavia la situazione sembra di stabilità, se non di recupero.
I rischi per la specie derivano, oltre che dalle modificazioni citate nell’attività agricola, soprattutto dagli impatti con autoveicoli (fra i notturni è la specie più esposta a questo rischio), ed anche dalle ristrutturazioni di case rurali e delle loro pertinenze (fienili, stalle) che riducono la disponibilità di siti riproduttivi; a quest’ultima causa si può sopperire con l’apposizione di cassette-nido, facilmente utilizzati dalla Civetta.
|