Dimensioni:
Lunghezza testa-corpo: 55-70 cm; lunghezza coda 4-9 cm.
Peso medio:
10-15 kg.
Distribuzione:
Europa meridionale e nordafrica. In Europa è distribuito unicamente in Italia, dove è oggi una presenza consolidata. Si suppone che rappresenti un taxon rimasto nella fauna nazionale dalle precedenti presenze dell'interglaciale caldo, ma altri autori lo ritengono una introduzione di epoca romana. In Italia è oggi diffuso ampiamente anche nel nord, avendo superato da tempo lo spartiacque del Po. La sua diffusione nell'Italia centromeridionale e in Sicilia è più a mosaico con varie zone nelle quali non appare presente. Manca dalla Sardegna.
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Caratteristiche generali
L’Istrice è grande e inconfondibile roditore per la presenza su dorso e coda, di grossi e lunghi aculei di colore nero con anulazioni bianche. Presenta capo massiccio, occhi piuttosto grandi e orecchie piccole poco visibili in quanto ricoperte da setole, zampe piuttosto corte. Attivo quasi esclusivamente di notte, trascorre il giorno riparato in tane che la femmina utilizza anche per l’allevamento dei piccoli. Si nutre di vegetali, tuberi, frutta ecc. Predilige ambienti coltivati alternati a boscaglie, incolti ecc., a clima mediterraneo, dal livello del mare fino a oltre 1000 m. di altitudine.
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Status
Negli ultimi decenni, nell’Italia centro-settentrionale, si è osservato un sensibile incremento della specie, che ha colonizzato nuove aree rispetto a quelle note fino agli anni ‘70 (Tedaldi e Scaravelli, 1993). In regione la presenza storica dell’istrice, pur se in modo abbastanza sporadico, è stata documentata con una certa regolarità solo in Romagna (Ginanni, 1774; Zangheri, 1946, 1957, 1969; Silvestri, 1971). A partire almeno dagli anni ‘80 la specie ha mostrato una chiara tendenza ad ampliare l’areale verso nord, dapprima colonizzando nuovi territori nell’ambito dell’area romagnola (Bassi e Fabbri, 1985, 1987; Casini et al., 1988; Zavalloni e Castellucci, 1991) e successivamente facendo la sua comparsa in aree del tutto nuove, quali le province di Modena nel 1984 (Sala, 1987) e di Parma nel 1989 (Ferri e Sala, 1992). In provincia di Modena segnalazioni certe della presenza dell’ istrice si susseguono con regolarità negli anni successivi in numerose località della fascia appenninica, a conferma dell’esistenza di una popolazione consolidata (Ferri e Sala, 1992). Per la provincia di Parma sono note diverse segnalazioni per l’alto bacino dei torrenti Parma e Baganza (Ferri e Sala, 1992). Attualmente la distribuzione nota interessa praticamente tutta la Regione e la specie si è spinta fino alle prealpi lombarde e venete.
Considerando la termofilia della specie può risultare abbastanza sorprendente la sua capacità di colonizzare anche aree dell’Appennino caratterizzate da clima di tipo continentale, tuttavia è interessante osservare come in provincia di Modena la presenza dell’istrice nelle fasce collinare e montana sia stata rilevata esclusivamente in versanti con esposizione sud sud-est (Ferri e Sala, 1992). L’espansione verso nord è stata documentata a partire dagli anni ‘90 anche nel settore orientale della regione ed in particolare per il ravennate, il forlivese (Scaravelli, 1992 e 2001) e successivamente per la provincia di Ferrara.
Le ragioni della rapida espansione verificatasi soprattutto nell’ultimo decennio, vanno cercate nel consolidamento delle popolazioni già esistenti, legato sia alla protezione legale accordata nel 1974, sia a possibili fluttuazioni cicliche (Santini, 1980 in Tedaldi e Scaravelli, 1993). Fattori ambientali positivi correlabili all’espansione sono considerati sia l’abbandono generalizzato di molte aree collinari un tempo estesamente coltivate, sia il susseguirsi di inverni particolarmente miti (Tedaldi e Scaravelli, 1993). Oggi è presenza consolidata e da molte aree giungono segnalazioni anche consistenti di danni a colture, giardini e terrapieni, zone di interstrato ed arginature dove l’animale va a ricavare le sue profonde tane.
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