Regione Emilia-Romagna 
ASSESSORATO AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE.
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Indice generale
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SVASSO MAGGIORE Podiceps cristatus
Caratteristiche generali 
Lungh. 46-51 cm, apertura alare 85-90 cm, peso: 590-1.280 g. Sessi simili, abiti stagionali differenziati. Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale-australasiana. Facilmente riconoscibile per le dimensioni nettamente maggiori dei congeneri; in periodo riproduttivo assume i caratteristici ciuffi intorno al capo; in volo tiene collo e zampe distese e mostra due vistose zone bianche sulle ali. 
In Emilia-Romagna è una specie sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante.  
Distribuzione e status 
Presente in Europa, Asia, Africa e Oceania con tre sottospecie, manca solo in America dove si trovano specie congeneri affini. La sottospecie nominale abita il Paleartico tra il 30° ed il 60° parallelo; la popolazione dell’Europa settentrionale sverna nel margine meridionale dell’areale di riproduzione. 
In Italia, come in Europa, dopo una rarefazione della popolazione nidificante, culminata all’inizio del secolo, è in corso una lenta ma graduale ricolonizzazione ed espansione dell’areale distributivo. E’ presente in quasi tutte le regioni con maggiore diffusione nella pianura Padano-Veneta. Anche in Emilia-Romagna la specie ha gradualmente colonizzato diversi nuovi siti occupando, oltre alle tipiche grandi zone umide ricche di vegetazione palustre, come Punte Alberete-Valle Mandriole e Valli di Argenta, le zone umide ripristinate nel corso degli anni ’90 ed anche ambienti marginali di modeste dimensioni come canali e laghetti di cava che presentano ampi specchi d’acqua liberi e sponde ricoperte da vegetazione palustre utilizzabile per costruire i nidi galleggianti o appoggiati sulla vegetazione semi affiorante. 
L’incremento della popolazione italiana è stato costante negli ultimi decenni, passando da 400-600 coppie nel 1980 a 550-750 nel 1983, 1.000-1.500 nel 1989 (Brichetti 1992), 3.000-3.500 coppie nel 1995-2002 e trend della popolazione  in incremento (Brichetti e Fracasso 2003). In ambito regionale l’andamento della popolazione è stato proporzionalmente in linea con quello nazionale: 200-260 coppie stimate nel 1989 (Brichetti 1992), 300-400 coppie nel 1994-1997 (Tinarelli 1999), 360-440 nel 2001-2003 e trend della popolazione in leggero incremento. La popolazione regionale è concentrata principalmente nel Ferrarese (170-250 cp) e nel Bolognese (110-140 cp). 
La popolazione nidificante stimata nelle zone umide realizzate e gestite in Emilia-Romagna mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie è stata di  30 coppie nel 1997-1998 (8-10% della popolazione regionale) e di 180-220 coppie nel 2002-2003 (50% della popolazione regionale); la disponibilità delle zone umide ripristinate e con gestione dei livelli idrici e della vegetazione favorevoli alla riproduzione sembra aver compensato abbondantemente la perdita di ambienti idonei per la nidificazione nei canali di scolo e di irrigazione verificatasi a partire dalla metà degli anni ’90 a causa dei frequenti e sistematici interventi di controllo della vegetazione palustre effettuati tra marzo e agosto dai consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna (Marchesi e Tinarelli 2007). 
In inverno frequenta i laghi, le zone umide con vasti specchi d’acqua che non gelano e soprattutto le zone umide costiere e il litorale marino. Per l’Italia la popolazione svernante stimata per il periodo 1996-2000 è di 20.033 individui e il comprensorio di Comacchio costituisce uno dei siti di importanza nazionale (Baccetti et al. 2002). 
I risultati dei censimenti invernali indicano che la popolazione svernante in Emilia-Romagna nel periodo 2000-2006 è variata da un anno all’altro tra 1.100 e 2.600 individui principalmente in relazione alle condizioni meteoclimatiche generali e alla copertura e durata delle superfici gelate nelle zone umide d’acqua dolce dell’interno e in ogni inverno la maggior parte della popolazione è risultata concentrata nelle zone umide salmastre delle province di Ferrara e Ravenna (1.000-2.300 individui) (archiv. AsOER).
Vocazione 
Le tipologie ambientali frequentate durante il periodo riproduttivo dalla specie sono quelle descritte alle lettere A, B, C, D, E,  F (vedi Tabella), presenti in zone umide solitamente maggiori di 5 ha. Al di fuori del periodo riproduttivo, oltre alle tipologie ambientali precedentemente citate, frequenta anche i laghi e i litorali marini.
Fattori limitanti 
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004). I fattori limitanti più importanti per la specie in Emilia-Romagna sono costituiti dal prosciugamento estivo e dall’abbassamento eccessivo dei livelli dell’acqua nei siti in cui nidifica, dagli interventi di sfalcio e controllo della vegetazione palustre durante il periodo riproduttivo. Come per altre specie che costruiscono nidi galleggianti o su vegetazione acquatica semisommersa, le covate possono essere distrutte dalla Nutria e da grandi esemplari di carpe erbivore per ribaltamento; il fenomeno assume dimensioni rilevanti nelle zone umide con elevate densità di nutrie e/o carpe erbivore dove la specie arriva addirittura a disertare zone altrimenti ottimali per la riproduzione. La predazione da parte del Siluro, soprattutto nei canali, l’intrappolamento e la conseguente morte per annegamento nelle reti da pesca sono state accertate come cause di morte. Altri fattori limitanti noti sono gli abbattimenti illegali e la contaminazione da idrocarburi e da pesticidi.
Svasso maggiore nidificante
Svasso maggiore fuori
Svasso maggiore
 
 
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