Regione Emilia-Romagna 
ASSESSORATO AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE.
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Indice generale
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CICOGNA BIANCA Ciconia ciconia
Caratteristiche generali 
Lungh. 100-115 cm, apertura alare 175-195 cm, peso 2.450-4.000 g. Sessi simili, abiti stagionali simili. Specie politipica (2 sottospecie) a distribuzione eurocentroasiatico-mediterranea. Inconfondibile grande uccello bianco con remiganti nere, becco e zampe rosso arancio. 
In Emilia-Romagna è una specie estiva nidificante, migratrice regolare e svernante irregolare; gli individui introdotti sono sedentari.  
Distribuzione e status 
La sottospecie nominale ha un vasto areale riproduttivo discontinuo in Europa, Maghreb e Medio Oriente. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa indica 180.000-220.000 coppie concentrate prevalentemente in Polonia (44.000-46.000 cp), Lituania (12.500-13.000 cp), Bielorussia (10.300-13.300 cp), Ucraina (26.200-32.400 cp) e Spagna (16.600 cp) (BirdLife International 2004).  
Specie estinta dall’Italia come nidificante nel XVI e XVII secolo, ha iniziato a ricolonizzare in tempi recenti (1959) alcune zone adatte del Piemonte dove, dopo diversi tentativi infruttuosi, si sono avute diverse nidificazioni andate a buon fine (Bordignon 1985). Nidificazioni occasionali e tentativi infruttuosi sono avvenuti negli anni ’80 e ‘90 anche in altre regioni: Lazio, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna. Per l’Emilia-Romagna è nota la nidificazione nel 1993 presso Jolanda di Savoia (FE) fallita probabilmente a causa del disturbo antropico.  
La crescente diffusione nell’ultimo decennio di coppie nidificanti, principalmente nella pianura Padano-Veneta e in modo più localizzato nelle regioni centro-meridionali, è stato favorito da vari progetti di reintroduzione tuttora in corso. Fino al 2006 erano noti almeno 15 centri per la reintroduzione della Cicogna bianca in Italia di cui 5 in Emilia-Romagna: uno a Faenza, attivo sin dagli anni ’60, due nel Ferrarese a Portomaggiore e a Ostellato, attivi da metà anni ’90, uno a Bentivoglio (BO) e uno a Medolla (MO) attivi da pochi anni. In tutti i centri e in particolare in quello di Faenza sono presenti nei dintorni varie coppie nidificanti su appositi sostegni collocati all’uopo, su strutture come grandi pali per l’illuminazione o tralicci delle linee elettriche e sulle voliere in cui vi sono le cicogne in cattività. A partire dal  2002 alcune coppie hanno nidificato nei pressi di zone umide del Modenese, Bolognese, Ravennate e Ferrarese, lontano dai centri per la reintroduzione, utilizzando pali e tralicci di linee elettriche come supporti per il nido. 
La stima più recente della consistenza della popolazione nidificante italiana indica 50-60 coppie per il periodo 1995-2002 con un trend della popolazione in incremento (Brichetti e Fracasso 2003). In Emilia-Romagna nel periodo 2004-2006 hanno nidificato in libertà 27-37 coppie, ripartite in 15-20 a Faenza, 5-6 nel Ferraese, 4-6 nel Bolognese, 2-3 nel Modenese e 1-2 nel Parmense e Reggiano (archiv. AsOER). Le zone umide realizzate e gestite mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie, oltre ad essere state utilizzate per l’alimentazione e la sosta  di individui migratori, hanno costituito degli elementi di attrazione fondamentali per coppie che hanno nidificato nella pianura modenese, bolognese e nel Ferrarese. 
La specie sverna abitualmente nell’Africa tropicale e, con popolazioni in incremento, anche nel Maghreb. I sempre più diffusi casi di svernamento in Italia e in Emilia-Romagna sono da ricondurre ad individui rilasciati dai centri di reintroduzione della specie.
Vocazione 
Nidifica su tetti di edifici e piattaforme su pali e tralicci delle linee elettriche in zone rurali ed urbane caratterizzate da significative superfici di zone umide e prati nel raggio di alcuni chilometri. Si alimenta in paludi, stagni, prati e medicai con ristagni d’acqua, fossati tra i coltivi.
Fattori limitanti 
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sfavorevole poiché la popolazione è stata soggetta ad un ampio decremento nel 1970-1990 e nel periodo 1990-2000, nonostante un  modesto incremento, non ha recuperato il livello precedente (BirdLife International 2004) . E' una specie particolarmente confidente nei confronti dell’uomo. La reintroduzione in Italia, in atto da alcuni anni, può portare a risultati ottimali a condizione che venga condotta in aree con ambienti adatti all’alimentazione (prati umidi in particolare) e che diminuiscano gli atti di bracconaggio ancora troppo frequenti. Un fattore limitante significativo in Emilia-Romagna è costituito dalle linee elettriche che possono causare la morte delle cicogne per elettrocuzione e collisione. Anche l’uso massiccio di biocidi in agricoltura ha probabilmente un impatto negativo sulla specie.
Cicogna bianca
Cicogna bianca
 
 
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