Regione Emilia-Romagna 
ASSESSORATO AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE.
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Indice generale
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FENICOTTERO Phoenicopterus roseus
 
 
Caratteristiche generali 
Lungh. 125-155 cm, apertura alare 140-165 cm, peso 1.540-4.100 g. Sessi simili, abiti stagionali simili, abito giovanile differenziato, specie monotipica a distribuzione Paleartico-paleotropicale. Inconfondibile grande uccello prevalentemente bianco con ali rosa e nere, collo lungo, becco e zampe rosso rosa. 
In Emilia-Romagna è una specie sedentaria e nidificante parziale, migratrice regolare e svernante.  
Distribuzione e status 
Specie considerata a lungo una sottospecie di P. ruber presente nell’America centrale. L’areale riproduttivo nel Paleartico occidentale è molto frammentato e limitato ad una trentina di zone umide salate o salmastre situate principalmente lungo le coste, spesso utilizzate per la riproduzione in modo discontinuo. In Europa l’unica zona umida utilizzata regolarmente per la riproduzione negli ultimi cinquanta anni è la Camargue. In Italia la prima nidificazione, dopo probabilmente vari secoli di assenza e vari tentativi dagli anni ’70, è avvenuta nel 1993 presso Cagliari; successivamente ha nidificato con successo anche nella Laguna di Orbetello (GR) nel 1994, nella Salina di Margherita di Savoia (FG) dal 1996 e nella Salina di Comacchio (FE) dal 2000. La colonizzazione di nuovi siti riproduttivi in Italia e l’espansione dell’areale al di fuori del periodo riproduttivo sono avvenuti grazie all’incremento della popolazione nidificante della Camargue (Francia). 
Nel 2002 la popolazione nidificante italiana era di 3.957 coppie/nidi (Serra e Brichetti 2005) e nel 2006 sono state censite 9.443 coppie/nidi di cui 7.600 presso Cagliari, 879 nella salina di Comacchio (FE) e 964 nella salina di Margherita di Savoia (FG) (Arveda G., Albanese G., Nissardi S., Zucca C. ined.); il trend della popolazione è in incremento.  
Nella Salina di Comacchio la prima nidificazione è avvenuta nel 1999 (25 coppie senza successo rirpoduttivo); dal 2000 la popolazione nidificante (80 coppie con 68 giovani involati) è progressivamente aumentata fino al 2004 (970 coppie con 595 giovani involati) mantenendosi oltre le 800 coppie negli anni seguenti (879 coppie con 645 giovani involati nel 2006) ( G. Arveda e N. Baccetti com. pers.). Tentativi di nidificazione con costruzione di nidi sono avvenuti anche nella Salina di Cervia (RA) e nelle Valli Bertuzzi (FE). 
Al di fuori della stagione riproduttiva la specie frequenta tutte le zone umide costiere della regione Mediterranea. Fino agli anni ’90 la presenza della specie al di fuori del periodo riproduttivo era limitata a Sardegna, Sicilia e costa tirrenica e successivamente vi è stata l’occupazione delle zone umide costiere adriatiche.  
Il primo svernamento in zone umide costiere del Ferrarese e del Ravennate è avvenuto nell’inverno  1993-1994 (Passarella et al. 1995); negli anni successivi la presenza nelle zone umide costiere del Ferrarese e del Ravennate è andata consolidandosi: 291 individui nel gennaio 2000, 1.764 individui nel 2003, 2.744 individui nel 2006 (archiv. AsOER) concentrati principalmente nelle Valli di Comacchio e in Valle Bertuzzi. 
Gli individui inanellati in Italia e nella Salina di Comacchio si muovono all’interno della regione mediterranea dal Marocco alla Turchia. I movimenti migratori avvengono in febbraio-aprile e tra fine agosto e novembre; depone le uova tra fine marzo e giugno in funzione della disponibilità di aree con adeguati livelli dell’acqua.
Vocazione 
Frequenta le zone umide con acqua salata e salmastra con ampi specchi d’acqua e bassa profondità. Nidifica in colonie molto numerose e compatte su barene e dossi fangosi o con vegetazione alofila in zone umide vaste con scarso o nullo disturbo antropico. Durante le migrazioni frequenta per periodi brevi anche le zone umide d’acqua dolce dell’entroterra.
Fattori limitanti 
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sfavorevole poiché oltre il 90% della popolazione complessiva nidifica in meno di 10 siti e ciò la rende più suscettibile ad un rapido declino dovuto a fluttuazioni su larga scala della popolazione, eventi catastrofici, persecuzioni o disturbo da parte dell’uomo  (BirdLife International 2004). Nonostante il recente incremento della popolazione, l’esiguità del numero di siti di riproduzione presenti nella regione Mediterranea e il loro uso discontinuo rendono il Fenicottero una specie particolarmente vulnerabile. In Emilia-Romagna i principali fattori di minaccia noti per la specie sono la trasformazione dei siti di nidificazione, la variazione dei livelli dell’acqua in periodo riproduttivo, il disturbo causato da fotografi, cineoperatori, curiosi e dal passaggio a bassa quota di velivoli durante la nidificazione, la predazione di uova e pulcini da parte di cani vaganti e di gabbiani reali, la collisione con linee elettriche a media e ad alta tensione, l’intossicazione da piombo a causa dell’ingestione di pallini utilizzati per la caccia, il bracconaggio.
Fenicottero
 
 
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