Caratteristiche generali
Lungh. 65-78 cm, apertura alare 135-165 cm, peso 1.150-3.340 g. Sessi simili (maschi mediamente più grandi). Abiti stagionali indifferenziati, abiti giovanili differenziati. Specie politipica (5 sottospecie) a distribuzione artica. Grande oca con piumaggio bruno-grigio i cui adulti hanno addome con barrature bruno-nere; i giovani non hanno le barrature sull’addome e sono facilmente confondibili con l’Oca granaiola.
In Emilia-Romagna è una specie migratrice regolare, parzialmente svernante.
Distribuzione e status
L’areale riproduttivo comprende le regioni artiche europee, asiatiche e americane. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa è di 62.000-72.000 coppie concentrate prevalentemente in Russia (BirdLife International 2004).
I quartieri di svernamento sono frammentati e si estendono dall’Irlanda al Mediterraneo orientale attraverso l’Europa centrale. Le oche lombardelle che giungono in Italia fanno parte in genere della popolazione nidificante in Russia appartenente alla sottospecie nominale. In Italia è presente regolarmente nelle regioni dell’Adriatico settentrionale e nella Capitanata (FG).
L’andamento complessivo della popolazione nell’alto Adriatico è soggetto a marcate fluttuazioni con alcune centinaia di individui quasi tutti gli anni ma con 2.150 individui nel 1980, 5.450 nel 1987, 11.534 nel 2003) dipendenti probabilmente da fattori climatici in aree di svernamento più settentrionali: l’aumento della popolazione nell’alto Adriatico coincide con una diminuzione nella pianura austro-ungherese.
Presente in Emilia-Romagna regolarmente durante le migrazioni, soprattutto nella fascia costiera, e localmente come svernante; i primi arrivi nell’alto Adriatico avvengono nella prima metà di dicembre e in alcuni casi in gennaio raggiungendo la massima abbondanza in febbraio; le partenze avvengono alla fine di febbraio e le osservazioni di individui in migrazione proseguono fino ad aprile (Casini 1992). Lo svernamento dell’Oca lombardella nell’Emilia-Romagna orientale è noto a partire dagli anni ‘70 (12 individui nel gennaio 1979) ed è stato descritto in dettaglio fino al 1987 da Boldreghini et al. (1988). Il numero di individui censiti in inverno in Emilia-Romagna è stato fluttuante dagli anni ’90 tra poche decine e circa 300, concentrati prevalentemente nel comprensorio di Comacchio e con qualche individuo nella pianura bolognese e nelle zone umide costiere ravennati. Negli ultimi inverni son stati censiti 177 individui nel 2005, 76 nel 2005 e 237 nel 2006 (archiv. AsOER).
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