Regione Emilia-Romagna 
ASSESSORATO AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE.
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Indice generale
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PERNICE DI MARE  Glareola pratincola
 
 
Caratteristiche generali 
Lungh.  25 cm, apertura alare 60-65 cm, peso 70-95 g. Sessi con colorazione simile. Abiti stagionali e giovanili differenziati. Specie politipica (3 sottospecie) a distribuzione paleartico-afrotropicale. Limicolo prevalentemente brunastro di piccole dimensioni, molto slanciato, somigliante ad una sterna o a una grande rondine. 
In Emilia-Romagna è una specie migratrice regolare e nidificante.  
Distribuzione e status 
L’areale riproduttivo comprende il Paleartico occidentale tra il 30° e il 50° parallelo e l’Africa. I quartieri di svernamento sono situati in Africa a sud del Sahara. Un marcato declino delle popolazioni nidificanti è stato rilevato in tutti Paesi europei a partire dagli anni ‘60. La stima più recente della popolazione nidificante in Europa è di 9.420-14.500 coppie concentrate prevalentemente in Spagna (4.594-4.708 cp) e Turchia (2.000-5.000 cp) (Thorup 2005). I quartieri di svernamento sono situati in Africa a sud del Sahara. 
La valutazione più recente della popolazione nidificante in Italia è di 103-130 coppie nel 2000 e di 121-156 coppie nel 2001 (Serra e Brichetti 2002 e 2004) ripartite in 10-15 coppie stimate in Sardegna, 60-80 coppie stimate in Sicilia, 6 nidi rilevati in Campania nel 2000, 27-56 censite in varie località dell’Emilia-Romagna orientale. La Pernice di mare è pertanto da considerare una delle specie più minacciate tra quelle che nidificano attualmente in Italia. La riduzione della popolazione nidificante sembra principalmente attribuibile alla drastica riduzione di ambienti adatti verificatasi nell'ultimo secolo. Inoltre, essendo stata definita sin dal secolo scorso come una specie molto rara, la scoperta di ogni colonia è stata spesso accompagnata da un forte prelievo per collezioni fino agli anni ‘60. 
I primi dati certi sulla riproduzione in Emilia-Romagna risalgono al 1947 quando Brandolini (1961) rilevò la presenza di una colonia con circa 50 individui nella Bonifica del Mantello (FE). Successivamente fino al 1988 la nidificazione nel comprensorio di Comacchio e nel Mezzano è stata riscontrata in modo irregolare a causa dei frequenti spostamenti delle colonie e della loro difficile individuazione in superfici idonee molto vaste (Boldreghini e Montanari 1978, Canova e Saino 1983, Tinarelli e Baccetti 1989). Nel periodo 1989-1995 varie ricerche, anche mirate alla specie, non hanno permesso di trovare nidi. Nidificazioni sono state rilevate nel 1995 nel prato umido di Vallesanta (Argenta) e nella Bonifica del Mezzano regolarmente dal 1996 (Tinarelli 2004). La disponibilità di prati umidi con condizioni ambientali adatte alla riproduzione della specie, creati ex novo su seminativi ritirati dalla produzione presso le Valli di Argenta e in varie zone del Mezzano mediante l’applicazione di misure agroambientali comunitarie, ha permesso la ricolonizzazione della Regione e l’incremento della popolazione nidificante. In Emilia-Romagna la popolazione nidificante nel periodo 2000-2006 ha oscillato tra 25 e 56 coppie, ripartite tra Bonifica del Mezzano e Valle Zavelea (FE), Salina di Cervia (RA) (1 cp nel 2000) e dal 2005 anche nelle Valli Bertuzzi (FE), e costituisce il nucleo riproduttivo più importante dell’Italia continentale.
Vocazione 
Nidifica in terreni di zone umide in corso di prosciugamento o appena prosciugate, su dossi e barene appena realizzate e quindi prive o con scarsa vegetazione in valli salmastre, in zone coltivate con specie a sviluppo tardivo (angurie, meloni, patate, soia, pomodori) o nelle quali non si erano sviluppate le piante seminate (grano, mais, erba medica) per eccessiva salinità del suolo e per altri fattori, cavedagne, in terreni senza vegetazione con croste di fango disseccato all'interno di vasti chiari tra i canneti di zone umide d'acqua dolce. Nel Ferrarese le zone frequentate per l'alimentazione sono costituite da coltivi prevalentemente a cereali inframezzati da numerosi canali, zone umide con canneti, valli con acqua salmastra e dossi con vegetazione alofila e dallo spazio aereo sovrastante queste tipologie ambientali.
Fattori limitanti 
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato in declino  poiché nella maggior parte dell’areale, inclusi i Paesi che ospitano le popolazioni più importanti (Spagna e Turchia), vi è un consistente decremento dal 1970 (BirdLife International 2004). In Emilia-Romagna la Pernice di mare risente principalmente della scomparsa degli ambienti adatti alla nidificazione a causa della definitiva messa a coltura delle residue aree marginali di zone recentemente bonificate (Bonifica del Mezzano) e della riduzione delle zone con crescita scarsa o nulla delle colture in seguito alla progressiva desalinizzazione dei terreni; sono stati rilevati anche la distruzione delle colonie a causa della lavorazione dei terreni lasciati incolti fino a maggio e la distruzione dei nidi a causa del calpestio di bestiame al pascolo. Il disturbo e la cattura di individui adulti e la raccolta di uova e pulcini da parte di collezionisti, vandali e curiosi hanno avuto e continuano ad avere una rilevanza non trascurabile anche se quantificabile solo a livello aneddotico.
Pernice di mare
 
 
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