Regione Emilia-Romagna 
ASSESSORATO AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE.
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Indice generale
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GABBIANO REALE Larus michahellis
Caratteristiche generali 
Lungh. 52-58 cm, apertura alare 120-140 cm, peso 810-1.390 g. Sessi con colorazione simile (maschi mediamente più grandi). Abiti stagionali poco differenziati. Abiti giovanili differenziati. Specie monotipica a distribuzione mediterranea. E’ un gabbiano di grandi dimensioni; gli adulti hanno testa bianca, zampe gialle, ali superiormente grigie con punta nera e orlate di bianco; confondibile con Zafferano, Gabbiano nordico, Gabbiano pontico. 
In Emilia-Romagna è una specie sedentaria nidificante, migratrice regolare e svernante.  
Distribuzione e status 
L’areale riproduttivo di questa specie, precedentemente considerata una ssp. di Larus argentatus, e poi di Larus cachinnans, copre tutta la regione Mediterranea, le coste atlantiche della penisola Iberica, le coste nord-orientali del Mar Nero, l’Anatolia occidentale. Al di fuori del periodo riproduttivo la specie frequenta spesso le aree interne e osservazioni di individui immaturi sono riportate regolarmente per l’Europa centrale e settentrionale. La stima più recente della popolazione europea nidificante basata soprattutto su dati degli anni ’90 è di 270.000-500.000 coppie concentrate prevalentemente in Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Croazia, Grecia (cfr. Malling Olsen e Larsson 2003 e BirdLife International 2004), con trend della popolazione in incremento. 
Dati complessivi sulla popolazione italiana sono stati raccolti nel 1983 quando vennero censite 24.300 coppie e ne vennero stimate 30.000 (Perco et al. 1986); la stima più recente è di 45.000-60.000 coppie (Brichetti e Fracasso 2006) concentrate soprattutto nelle aree costiere del Nord Adriatico dove sono state stimate circa 17.000 coppie (Passarella 2005). Il trend della popolazione nidificante è in incremento. Nell’alto Adriatico nidifica principalmente su dossi e barene coperti in genere da alta vegetazione a Graminacee in lagune, saline e valli salmastre, su dune di spiagge poco antropizzate, in campi coltivati, su relitti arenati, appostamenti per la caccia in valle e pali mentre nel resto d’Italia nidifica fondamentalmente sulle pareti rocciose anche di isole e isolotti della fascia costiera; nidificazioni regolari avvengono su alcune isole ghiaiose del Po e dei suoi affluenti, in zone umide d’acqua dolce e nelle falesie presso il lago di Como; recentemente si sono intensificate le nidificazioni in aree urbane (Trieste, Venezia). 
Censimenti effettuati dal Parco del Delta del Po Emilia-Romagna nel periodo 2004-2006 indicano che la popolazione nidificante nelle zone umide costiere del Ferrarese e del Ravennate ha avuto un forte incremento, specialmente nella Valli e nella Salina di Comacchio, nella Salina di Cervia e nella Sacca di Goro, e può essere stimata di 5.000-6.400 coppie. Nidificazioni di singole coppie sono state rilevate nelle aree interne della Regione a partire dal 1989 lungo il Po tra Piacenza e Cremona e in Provincia di Parma, nel 1992-1997 presso lo zuccherificio di Torrile (PR) (Ravasini 1995) e nel 1997 ha nidificato per la prima volta nel Bolognese presso Medicina in una zona umida appena creata. 
I censimenti degli uccelli acquatici svernanti coordinati dall’INFS sono insufficienti e incompleti per valutare la consistenza della popolazione presente in gennaio in Italia che è stata stimata orientativamente di 150.000-350.000 individui per il periodo 1991-2000 (Brichettti e Fracasso 2006). Allo stesso modo si può stimare la presenza di almeno 20.000 individui in gennaio in Emilia-Romagna. In periodo invernale le aree maggiormente interessate dalla presenza degli individui svernanti sono le zone umide costiere e in particolare quelle comprese tra il delta del Po e le Valli di Comacchio. Tale presenza è sicuramente legata alla grande disponibilità di habitat e di risorse trofiche naturali ed artificiali. Nell’interno la specie è regolare durante l’inverno e sono stati rilevati branchi di alcune centinaia di individui solo presso le discariche. I movimenti migratori avvengono principalmente in giugno-ottobre e in dicembre-aprile. I giovani e gli immaturi sono molto più mobili degli adulti con dispersione in numerose direzioni a seconda dell’ubicazione del sito riproduttivo (Passarella 2005, Soldatini et al. 2005).
Vocazione 
In Emilia-Romagna nidifica principalmente su dossi e barene coperti in genere da alta vegetazione a Graminacee in lagune, valli salmastre e saline, su dune di spiagge poco antropizzate e più raramente in zone umide d’acqua dolce, in campi coltivati e su appostamenti per la caccia situati nell’acqua. 
Le tipologie ambientali potenzialmente favorevoli per la specie durante il periodo riproduttivo sono quelle riportate alle lettere A e B (solo se superiori ai 30 ettari), E, F, G, O (vedi Tabella). Al di fuori del periodo riproduttivo la specie può frequentare invece tutti i tipi di zone umide (compresi i tratti collinari e appenninici dei corsi d’acqua), il mare aperto, le discariche e le zone coltivate. Il forte incremento demografico a cui la specie è soggetta da decenni non sembra attenuarsi e, soprattutto nelle zone umide costiere, può interferire sul successo riproduttivo di numerose specie di altri Uccelli acquatici a causa sia della competizione per i siti di nidificazione (l’occupazione delle colonie di nidificazione da parte dei riproduttori avviene in dicembre-febbraio e la nidificazione inizia in febbraio-marzo, molto prima delle altre specie di laridi e limicoli) sia della predazione su uova e pulli effettuata dal Gabbiano reale (Melega et al. 2005). Nelle aree di maggiore importanza per la nidificazione di Charadriformi rari e minacciati risulta opportuno attuare misure di controllo del Gabbiano reale.
Fattori limitanti 
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato sicuro (BirdLife International 2004). I fattori limitanti più significativi per la specie in Emilia-Romagna sono costituiti dal disturbo antropico a causa della presenza di bagnanti, turisti e cani nei siti riproduttivi costieri, dalla sommersione dei nidi in seguito a piogge e a mareggiate, da abbattimenti illegali, frequenti soprattutto in alcuni ambiti destinati all’itticoltura intensiva, e dalla morte per collisione con cavi delle linee elettriche a media tensione e per strangolamento nelle reti protettive di alcuni bacini per l’itticoltura. Sono segnalati anche la raccolta di uova e più raramente di pulli e la morte per contatto del piumaggio con sostanze oleose.
Gabbiano reale nidificante
Gabbiano reale fuori
Gabbiano reale
 
 
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