Caratteristiche generali
Lungh. 42-44 cm, apertura alare 100-110 cm, peso: 223-375 g. Sessi simili, abiti stagionali poco differenziati, specie monotipica a distribuzione mediterraneo-turanica. Gabbiano di medie dimensioni, leggermente superiori al Gabbiano comune, riconoscibile per il corpo ed il capo prevalentemente bianchi. Le copritrici alari sono grigio perla, la punta delle remiganti nera, il becco rosso scuro.
In Emilia-Romagna è una specie migratrice regolare, nidificante, svernante parziale.
Distribuzione e status
L’areale riproduttivo si estende in Europa, Asia centro-meridionale ed in Africa settentrionale tra il 30° ed il 50° parallelo. La distribuzione risulta molto frammentata e le principali popolazioni nidificanti sono nel Kazakhstan, nella Penisola Anatolica e in Iraq. A partire dalla fine del XIX secolo ha colonizzato il Mediterraneo occidentale giungendo fino alle Canarie, in Mauritania e nel Senegal. Attualmente nel Mediterraneo occidentale vi sono diversi siti di nidificazione (Marocco, Spagna, Francia e Italia) ma si tratta prevalentemente di colonie di modeste dimensioni che raramente superano le 100 coppie. Il più importante insediamento dell’Europa occidentale è in Sardegna.
La stima più recente della popolazione nidificante in Europa è di 37.000-56.000 coppie concentrate prevalentemente in Ucraina (25.000-40.000 cp), Turchia (3.800-5.500 cp), Russia (2.000-5.000 cp) e Italia (3.900 coppie nel 2000) (BirdLife International 2004). Nel 1976 la specie ha colonizzato le Valli di Comacchio con 2 coppie, aumentate gradatamente negli anni successivi fino ad alcune decine (55 nel 1995), ma senza registrare i marcati incrementi demografici mostrati dalla popolazione sarda. Dal 1988 nidifica in Puglia e dagli anni ’90 ad oggi nidificazioni sono avvenute in Valle Ortazzo (RA), nelle Pialasse ravennati, in Salina di Cervia, nella Salina di Comacchio, nelle Valli Bertuzzi (FE) e in Sicilia. Il modesto incremento della popolazione delle zone umide costiere ferraresi e ravennati sembra dovuto dall’insediamento di coppie isolate ai margini dell’areale e fuori dai flussi migratori dei contingenti svernanti, situazione che avrebbe favorito invece l’insediamento sardo in continuo contatto con la popolazione svernante e nidificante della Tunisia (Schenk in Fasola 1986). Inoltre tale popolazione ha mostrato in numerosi anni un basso successo riproduttivo causato dalla vulnerabilità dei ristrettissimi siti scelti per la nidificazione (piccole isole di qualche metro di diametro, alte pochi centimenti sul livello dell’acqua e usate dai cacciatori come appostamenti che vengono spazzate dai frangenti delle onde nel caso di vento forte). La stima più recente della popolazione italiana è di 3.350-3.355 coppie nel 2001 (il valore massimo è stato di 5.163-5.363 coppie nel 1997) e trend della popolazione in espansione con fluttuazioni locali (Brichetti e Fracasso 2006).
Nel 2002 sono state rilevate in Emilia-Romagna 110 coppie nidificanti nelle Valli di Comacchio (Serra e Brichetti 2005) e censimenti effettuati dal Parco del Delta del Po Emilia-Romagna nel periodo 2004-2006 indicano che la popolazione è aumentata a 219 coppie nel 2004 ripartite tra Salina di Comacchio (173), Valli di Comacchio (12), Valle Bertuzzi (30) e la Salina di Cervia (4).
Lo svernamento della specie interessa prevalentemente il Mediterraneo meridionale e, pur risultando un non quantificato contingente che risale l’Adriatico fino alle lagune venete, solo occasionalmente vengono segnalati individui lungo il litorale. I risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti svolti in Emilia-Romagna indicano in gennaio una popolazione fluttuante di alcune decine individui nel periodo 2001-2006 localizzati principalmente nelle vene di Bellocchio e nelle Pialasse ravennati (archiv. AsOER). I movimenti migratori avvengono principalmente in agosto-ottobre e in marzo-maggio.
|
Fattori limitanti
A livello europeo lo stato di conservazione della popolazione è considerato localizzato poiché oltre il 90% della popolazione nidifica in meno di 10 siti (BirdLife International 2004). In Emilia-Romagna i fattori limitanti più significativi per la popolazione nidificante sono costituiti dalla sommersione dei nidi in seguito a piogge, tempeste e a manovre idrauliche in saline e valli salmastre, dalla predazione dei pulli e delle uova principalmente da parte del Gabbiano reale ma anche di corvidi, ratti e cani, dal disturbo antropico (turisti, fotografi, ….), dalla scarsità di siti adatti alla nidificazione a causa anche della competizione da parte del Gabbiano reale che si insedia prima, dalla contaminazione da metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi.
|