Regione Emilia-Romagna 
ASSESSORATO AGRICOLTURA, ECONOMIA ITTICA, ATTIVITA' FAUNISTICO-VENATORIE.
Indice generale
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CALANDRELLA Calandrella brachydactyla
Dimensioni: 
13-14 cm; apertura alare: 25-30 cm.  
Peso medio: 
20-26 gr.  
Specie politipica: 
7 sottospecie nel Paleartico occidentale. 
Distribuzione: 
Eurocentroasiatico-mediterranea. In Europa è distribuita nel bacino mediterraneo e nelle regioni orientali con le popolazioni più consistenti in Spagna, Russia e Turchia.
Caratteristiche generali 
E’ una piccola “allodola” dal colorito chiaro, superiormente fulvo-sabbia con striature brune, inferiormente bianco-crema. Difficile spesso da individuare sul terreno per i colori mimetici e il comportamento schivo, è più facilmente rilevabile in periodo riproduttivo grazie ai caratteristici voli territoriali, a traiettoria ondulata, a saliscendi, accompagnati dal canto distintivo.   
Frequenta ambienti aperti, incolti a clima secco, terreni sabbiosi e ciotolosi, coltivi a seminativo; nidifica sul terreno. L’alimentazione, prevalentemente granivora, diventa insettivora nel periodo riproduttivo. 
E’ specie migratrice che sverna nell’Africa a Sud del Sahara.
Status 
Nidificante comune nell’Italia meridionale e nelle isole, localizzata nelle regioni centrali e settentrionali; stimate in Italia 15.000-30.000 coppie con trend negativo (BirdLife International 2004). 
La distribuzione regionale è frammentaria ed interessa 24 tavole (13,7% del totale), 22 delle quali con indicazione certa o probabile di nidificazione. Appare più diffusa nelle province centrali ed occidentali da Bologna a Piacenza dove frequenta i greti ciottolosi e sabbiosi con rada vegetazione xerofila dei fiumi; dal Panaro al Trebbia, nei loro tratti di alta pianura e bassa collina, tutti i fiumi risultano occupati (Ambrogio et al. 2001; Ravasini 1995; Giannella e Rabacchi 1992); non sono note invece presenze nell’Appennino romagnolo. Nelle province orientali è presente nelle zone di pianura ferraresi e ravennati dove frequenta le zone vallive e la campagna adiacente; in questo caso l’habitat è situato negli incolti e nelle coltivazioni con seminativi a sviluppo tardivo; altre isolate presenze in pianura sono riportate nel Bolognese lungo l’asta del Reno nei coltivi di soia, mais, barbabietole (Tinarelli et al. 2002). 
Per il Parmense la stima della popolazione è di 110 coppie con le densità più elevate (2 cp/kmq) lungo il Taro (Ravasini 1995). Lo status regionale risulta indeterminato (Gustin et al. 1997) a causa delle difficoltà di individuare coppie molto localizzate in vaste aree potenzialmente idonee; è da tenere presente anche che le indicazioni nelle province occidentali sono tutte ormai datate e necessiterebbero di conferme recenti. E’ probabile peraltro che il trend sia negativo in tutta la Regione come appare chiaro nella porzione orientale; nel Forlivese e nel Riminese ad esempio la specie sembra scomparsa: le presenze note negli anni ’80 in zone litoranee e lungo il Marecchia (Foschi e Gellini 1987) non sono attualmente confermate (Casini e Gellini 2008); nel Ravennate la presenza rimane estremamente localizzata lungo il Reno, nell’Ortazzo e nei campi adiacenti alla Salina di Cervia (Ceccarelli e Gellini 2011). 
La Calandrella è del resto in declino a livello europeo, classificata SPEC3 (BirdLife International 2004) cioè con status sfavorevole e popolazione non concentrata nel continente. 
Localmente le minacce possono derivare dal disturbo delle attività umane nelle zone delle golene fluviali e litoranee (coltivazioni, escavazioni, pascolo, traffico dei fuoristrada, presenza dei cani, tutte attività che andrebbero regolamentate nel periodo riproduttivo), nonchè dall’uso dei pesticidi nelle coltivazioni.
 
Calandrella
Calandrella 
Foto: Maurizio Ravasini
 
 
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